Riflettere sull’acqua

Nel cuore di Urbino, fra i due colli e nel mezzo di tanta bellezza si apre Piazza della Repubblica su cui le cinque principali vie della città si aprono a raggiera. E’ qui, sul lato nord, che al principio del XVIII secolo Papa Clemente XI per ospitare i Padri Scolopi nell’esercizio delle loro attività educative volle erigere il Collegio Raffaello.

Nel 2009, in vista di importanti cambiamenti nell’uso dello spazio, lavoriamo a un progetto di restyling del cortile del Collegio dove esercizi commerciali destinati a prodotti di eccellenza del territorio dialogheranno con l’anima culturale del luogo, occupato ai piani alti dal Consiglio Comunale, da alcuni dipartimenti dell’Università e presto dal costituendo Museo dell’Incisione.

La corte del Collegio, in linea con la funzione originaria, ha portici bui e pesanti e un cortile interno dove i massicci pilastri laterali incombono togliendo apertura e respiro che non invitano a sostare. Lo scopo della trasformazione del cortile, canalizzare il flusso dei visitatori sotto i portici in modo che i negozi godano di frequentazione, si sposa con la volontà di infondere luce e leggerezza affinché il fruitore possa viverli piacevolmente.

E allora “giochiamo” con l’acqua.

Teniamo conto che nella maggior parte dei cortili, palazzi e chiostri di Urbino la presenza di questo elemento è indicata da pozzi o cisterne e proponiamo di predisporne anche per il Collegio Raffaello la presenza sotto forma di una vasca che occupi tutto l’invaso della corte ricoprendo la pavimentazione attuale che risale alla fine del 1960.

Privo di copertura ed eliminato il pavimento di mattoni lo spazio sarà compreso fra cielo e cielo grazie allo specchio liquido che lo riflette catturando il movimento delle nuvole.

La scelta dell’acqua oltre che estetica e funzionale si accorda con l’inclinazione dell’architettura settecentesca al recupero dei canoni classici: in questo caso reinterpretiamo liberamente l’elemento dell’impluvium, la vasca di raccolta dell’acqua piovana collocata nell’atrio delle case romane. Segno del rapporto tra interno ed esterno, oltreché elemento decorativo, ora come allora circoscrive lo spazio dell’atrio.

L’acqua, limitando l’accesso al cortile, invita a percorrere il perimetro del porticato, che per la presenza degli esercizi commerciali diventa una galleria.

Piacevole sarà percorrerla quando di giorno la luce modificherà le zone d’ombra del porticato, mentre di notte un’illuminazione pensata appositamente creerà effetti suggestivi sui muri. L’acqua, riflettendo la luce, apporta luminosità e leggerezza alla struttura che sembrerà galleggiare, contrastando il senso della gravità dell’edificio.

La sosta, ora piacevole, potrà essere goduta grazie alle sedute in legno e calcestruzzo resinato poste tra i pilastri su tre lati della corte che, sfilate e rimontate, possono trasformarsi all’occorrenza in banchi continui per l’esposizione e la vendita. La pietra dell’edificio dialoga con il ferro e il legno di questi elementi.

In occasione di eventi, si potrà svuotare la vasca ripristinando l’utilizzo dello spazio centrale della Corte.

Le due targhe sulla facciata esterna, che riportano a caratteri romani la dedica ai due Papi che hanno iniziato e concluso i lavori del palazzo, sono una citazione dall’antico. Le aperture soprapporta, in parte tamponate e in parte aperte, diventano l’insegna naturale per indicare l’esercizio commerciale grazie a una scatola traslucida e luminosa che continuerà a diffondere luce all’interno e a rendere meno sorde le aperture tamponate.

L’insegna della Corte, costituita da una trama di lettere nel primo intercolunnio dell’ingresso, cita l’opera dell’artista catalano Jaume Plensa ma rimanda soprattutto ai caratteri mobili tipografici della stampa. Oltre a fungere da segnale dalla piazza, fa da filtro con la vasca d’acqua indirizzando il visitatore a percorrere il portico nelle due direzioni.

La vasca diventa anche la vetrina simbolica per il costituendo Museo dell’Incisione poiché la naturale increspatura dell’acqua (o creata dal gorgo continuo) tesse sulla superficie le trame della lastra incisa. Oggi al Collegio Raffaello i riflessi d’acqua sull’architettura di Specchi restano ancora soltanto visionarie e affascinanti riflessioni.