Il sole dentro
Non importa quanti progetti siano stati realizzati, ogni volta intraprendiamo un viaggio di scoperta che ci porterà a creare piccoli mondi che prima non c’erano.
Ci troviamo questa volta a intervenire su una superficie di oltre 50 mq, suddivisi in due vani adiacenti adibiti a zona pranzo e salotto, con un ballatoio in ferro dotato di una libreria a parete, cui si accede da una scala.
Questa zona è il cuore pulsante della casa e i proprietari, che vi trascorrono molto tempo, desiderano renderlo più piacevole.
Tutte le superfici murarie sono rivestite di un giallo pieno, cui fanno contrasto il bianco e blu delle tende che vestono l’unica finestra presente, il rosso del possente corpo del camino, il marrone del legno dei pavimenti in parquet e del piccolo mobilio. La zona soggiorno non presenta aperture verso l’esterno, la luce penetra timidamente da due lucernai dalla cornice strombata, incassati in una controsoffittatura discontinua che in qualche angolo presenta inserti di volumi possenti costellati da punti luce, o ingombranti modanature e cornici che nonostante i giochi di onde appesantiscono lo spazio che scegliamo di smussare e alleggerire.
Mantenendo la stessa disposizione di massima, proponiamo un restyling non invasivo ma sostanziale che tenga conto di una serie di esigenze, in particolar modo in relazione all’area Tv, dove imperativo categorico è mantenere la televisione centrata sul divano.
Lavoriamo intorno ad alcuni concetti chiave: trasferire l’esterno all’interno, alleggerire, suggerire trasparenze e portare la luce, lasciandola rimbalzare e invadere l’intera area.
Apriamo gli spazi, creando continuità tra i due ambienti e interveniamo sul colore per caratterizzare e rendere il luogo caldo e avvolgente: verde, corallo, giallo e toni di terra, utilizzati per gli elementi architettonici come l’intradosso dell’architrave che ora segna il passaggio tra i due ambienti, ma anche per i piccoli complementi d’arredo e i quadri appesi alle pareti.
Abbassiamo il tono del giallo che diventa sabbia su tutte le superfici, ad eccezione di porte e zoccoli che rimangono dello stesso colore, esteso peraltro al corpo del camino. Sfumiamo la continuità del pavimento appoggiandovi un caldo tappeto dai toni di ghiaccio e di terra: crema, beige, sabbia e castagna. Siamo nella zona tv, arricchita da un mobile contenitore più lungo e capiente. Dietro al grande divano che diventa comodo e spazioso, disseminato di cuscini che riprendono le cromie dominanti, un mobile con piatti e bicchieri di cristallo non fa volume e mantiene leggerezza.
Sulla parete che corre al fianco della scala, una carta da parati crea il disegno di una tenda con delle ombre proiettate che fanno credere alla presenza di una finestra, mentre il lacerto di muro a mattoni è rivestito con un colorato tessuto kilim. Ogni elemento aggiunto è portatore di un’idea di luce, il top luminoso del mobiletto dai vetri ambrati posizionato a parete accanto al televisore, le due lampade ovali in lino quasi impalpabili e trasparenti, due lampade leggerissime che creano un sorprendente gioco di delicati equilibri, simili a due lanterne, che guidano il lettore verso il soppalco su cui è stata posizionata una comoda poltrona in vimini dall’ampio schienale, una lampada uovo di Fontana, uno specchio che richiama un sole che fa da contraltare all’orologio raggiforme, sono tutti elementi atti a illuminare la parte più buia della casa.
Il sottile gioco moltiplicatore di luce si ripete nella zona pranzo dove la luce naturale che attraversa i vetri è moltiplicata e rimbalzata ovunque attraverso innumerevoli espedienti, semplici e ingegnosi: il pianetto luminoso del mobiletto di fianco alla porta d’entrata, corpi illuminanti a parete, a soffitto e sui ripiani. Le uniche finestre esistenti sono dilatate con l’artificio di un gioco di specchi convessi appesi al camino. Sono circolari, poiché questo è il tema geometrico dominante, è rotondo il tavolo nero contornato da sedute in velluto colorato, il tappeto che definisce un piccolo ambiente relax su cui sono appoggiati la poltrona e un tavolino, sempre rotondo, e ancora la bella opera a parete raffigurante alberi, come un oblò aperto sull’esterno che lascia entrare il paesaggio naturale.
Quella stessa natura si ritrova richiamata in miniatura dagli elementi appoggiati sulla piccola libreria dipinta in bianco, smontata, rimontata e arricchita di una struttura in metallo, su cui campeggiano le sculturette lignee animali e vegetali che perpetuano quel continuo incessante dialogo tra interno ed esterno.
Sospeso al soffitto, un mobile, che nella bella stagione, quando i lucernai si aprono, oscilla leggero al più flebile soffio di brezza. E sembra di stare all’aperto.
Il sole dentro prima non c’era, se non in potenza, ed è stato bello lavorare per dare vita a un nuovo universo possibile.